L'IMPATTO DEL CORONAVIRUS SUL SERVIZIO DEL TRASPORTO AUTO

Aug 31, 2020
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Il coronavirus ci ha segnato.

Alla fine del 2019, la Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan (Cina) segnala all’OMS la presenza, in zona, di alcuni casi di polmonite ad eziologia ignota. Meno di due mesi dopo, in alcune aree del Nord Italia si registrano 325 casi analoghi. L’11 marzo 2020, l’OMS dichiara lo stato di pandemia e il popolo italiano è già in lockdown nazionale. Il coronavirus fa, così, il suo ingresso nella memoria collettiva e, ancora oggi, vi rimane, sebbene la scoperta e la diffusione dei vaccini abbiano comportato, a livello globale, notevoli miglioramenti nella gestione del contagio.

I ricordi di chi ne è stato spettatore diretto e i libri di storia redatti per le generazioni future non rappresentano, tuttavia, le uniche testimonianze delle tracce lasciate dal coronavirus. Specialmente nella sua fase iniziale, la crisi sanitaria ha, infatti, avuto effetti devastanti sull’organizzazione e sul funzionamento di diversi settori economici e sociali, comportando una serie di cambiamenti più o meno radicali che ad oggi spinge chiunque ne parli a farlo in termini di ‘prima’ e ‘dopo’ la pandemia.

 

L’influenza della pandemia sulle società
Oltre che sull’economia degli Stati, la pandemia ha fortemente influito sulle abitudini e sulla psiche della popolazione mondiale.

 

Tra i settori economici coinvolti, quello della logistica, asset strategico fondamentale per i nuovi scenari macroeconomici, è uno dei più colpiti, soprattutto per ciò che riguarda direttamente il segmento del trasporto auto.

Ma esaminiamo, nel dettaglio, le principali implicazioni delle prime misure di prevenzione e i dati a esse relativi, con particolare attenzione ai nuovi scenari generati dalla pandemia, dal retail fisico all’e-commerce, per le aziende che si occupano del trasferimento di veicoli da un luogo all’altro del mondo.

 

L’INFLUENZA DELLA PANDEMIA SUL SETTORE LOGISTICO

All’inizio dell’emergenza da Coronavirus, le ripercussioni economiche e sociali della crisi sono dipese, in larga misura, dall’obbligo di distanziamento sociale che, sebbene abbia permesso di contenere il contagio, ha, d’altra parte, comportato una serie di conseguenze negative sia sull’offerta che sulla domanda.

Di seguito, i due scenari principali in Italia, nel caso della logistica:

  • Aumento repentino della domanda. L’incremento ha riguardato la richiesta di prodotti sanitari e di prima necessità (es. alimenti, gel idroalcolico, mascherine e carta igienica). Il loro trasporto è stato, infatti, sin da subito, incluso tra le attività consentite, in quanto giudicate essenziali dal DPCM del 22 marzo 2020. In particolare, paura del contagio e restrizioni hanno contribuito ad accrescere il numero di acquisti online. Ciò ha obbligato le aziende a riorganizzare i magazzini e gli hub logistici per accelerare le attività di spedizione, in modo da rispondere in maniera efficiente alle crescenti richieste. In qualche caso, l’aumento della domanda ha, tuttavia, comportato notevoli difficoltà alla pronta spedizione dei prodotti.
  • Blocco delle filiere e calo dei consumi.  In tutti gli altri casi, il trasporto delle merci è stato in una prima fase sospeso, a meno che non strettamente necessario. Solo successivamente al fermo produttivo di numerosi impianti, e dopo le decise proteste degli autotrasportatori, si è ottenuto l’interessamento dei ministeri competenti, con la conseguente ripresa delle attività e con un sostanziale allentamento della pressione sui prezzi che aveva caratterizzato le fasi precedenti.

Consideriamo, di seguito, alcuni dei dati relativi alle prestazioni del settore logistico italiano prima e dopo la pandemia. Richiamarli sarà utile a comprendere l’impatto effettivo che le restrizioni alla mobilità hanno avuto sul lavoro di una categoria di professionisti che, per la natura dei servizi erogati, ha la necessità di viaggiare di continuo.

 

Il trasporto merci prima e dopo il Coronavirus: i dati

Per avere un’idea generale del funzionamento del settore logistico in Italia prima dell’avvento del coronavirus, è possibile consultare il Logistics Performance Index (LPI), stilato per l’ultima volta nel 2018. Si tratta di un indice aggregato che valuta la logistica dei singoli Stati.

Nell’ultima edizione, la Germania è collocata al primo posto (seguita dalla Svezia e dal Belgio), mentre l’Italia al diciannovesimo. La classifica è redatta ogni due anni sulla base di fattori che includono:

  • efficienza del processo di sdoganamento merci;
  • qualità delle infrastrutture adoperate per i trasporti;
  • competitività dei prezzi di spedizione;
  • qualità dei servizi di tracking;
  • puntualità dell’arrivo della merce rispetto alla data preventivata.

Dai dati, relativi all’Italia, emerge che, nel periodo pre-Covid, i punti di forza della nazione erano la puntualità della ricezione delle merci, la buona condizione delle infrastrutture e la qualità dei sistemi di tracking.

 

La competizione globale post coronavirus
Lo stato di emergenza ha costituito un elemento di competizione strategica tra le aziende e tra gli stessi Stati impegnati a promuovere il settore.

 

La classifica LPI non fornisce tuttavia dati sul fatturato, che costituisce il metro di giudizio, forse più immediato, per la comprensione della portata dell’influenza del coronavirus sulla domanda e sull’offerta in ambito logistico.

Un comunicato stampa pubblicato il 15 aprile 2022 dalla FNC (Fondazione Nazionale dei Commercialisti) ha diffuso un documento di ricerca relativo al bilancio delle società di trasporto e logistica per l’anno 2020. Lo studio, condotto tramite un lavoro di analisi su un campione di 20.147 aziende, evidenzia un calo del fatturato pari al 4,2 %. A ciò si aggiunge un calo del valore di produzione (ridotto del 3,3%) e del valore aggiunto (diminuito dell’1,5%).

Questo il calo di fatturato per macroaree territoriali:

  • 5,1 % per il nord-est;
  • 3,3% per il nord-ovest;
  • 4,5% per il centro-sud.  

Oltre a quello di magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti, di trasporto aereo, marittimo e acque interne e di trasporto terrestre di passeggeri, nel campione esaminato, rientra anche il comparto del trasporto terrestre di merci. Queste includono, naturalmente, anche le automobili

 

FOCUS SUL TRASPORTO AUTO: GLI EFFETTI DEL CORONAVIRUS

Nel 2020, l’IRU (The International Road Transport Union) ha registrato, per l’area dei trasporti su gomma di passeggeri e merci, una perdita di diversi miliardi di euro.

Anche nel caso specifico del trasporto auto, infatti, le misure di prevenzione dal Coronavirus, adottate dai governi, hanno prima interrotto e, poi, significativamente rallentato tutte le operazioni connesse all’erogazione del servizio.

 

La risposta della logistica ai mutamenti di scenario
Il settore logistico si è impegnato ad adattarsi in tempi rapidi ai mutamenti di scenario causati dalla pandemia. 

 

I principali ostacoli al lavoro dei trasportatori

Questi alcuni dei principali ostacoli, dovuti al coronavirus, ai percorsi compiuti dai vettori che, ogni giorno, viaggiano per garantire al cliente un servizio qualificato:

  • Controllo della temperatura e autocertificazione per gli spostamenti. L’obbligo di sottoporsi continuamente al monitoraggio della temperatura corporea ha certamente influito sui tempi di consegna. La necessità di compilare un documento che giustificasse ogni spostamento ha, invece, nei casi in cui le aree geografiche interessate erano soggette a particolari restrizioni, ostacolato la distribuzione della merce. A ciò si aggiunge, come testimoniato dalle prime linee guida diffuse dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’obbligo di sanificazione e di igienizzazione di locali, mezzi di trasporto e mezzi di lavoro. Tale vincolo ha ulteriormente rallentato il lavoro dei trasportatori.
  • Blocco parziale delle frontiere. Un documento (aggiornato al 20 marzo 2020) diffuso dalla Camera di Commercio di Padova fornisce un’infografica sulle chiusure delle frontiere dei vari Paesi europei. Per quanto concerne il trasporto merci su strada, alcuni Stati (Bulgaria, Croazia, Romania, Ungheria, Serbia, Malta, Lituania e Turchia) hanno vietato o fortemente vincolato l’ingresso degli autisti italiani. Tra le condizioni imposte ai trasportatori, si registrano:
  • l’obbligo di lasciare immediatamente la destinazione dopo la consegna;
  • quello di rimanere nella cabina del veicolo per tutto il tempo della permanenza;
  • quello dell’autoisolamento in caso di contatto con pazienti Covid-19;
  • quello di essere muniti di dispositivi di protezione individuale;
  • la possibilità di varcare il confine solo in caso di consegne strettamente necessarie.
  • Chiusura dei concessionari. Nella prima fase della pandemia, anche le attività di vendita auto sono state giudicate inessenziali e, per questo, chiuse al pubblico. Oltre a danneggiare i rivenditori stessi, tale provvedimento ha privato le aziende, che offrivano il servizio di trasporto auto con bisarca a medio-grandi concessionari, di una considerevole fetta di mercato.

Rispetto ai disagi causati dai provvedimenti, la risposta dei governi della maggior parte degli Stati europei è stata tutt’altro che immediata. A due mesi dalla diffusione del coronavirus gran parte di essi non aveva, infatti, ancora previsto un sostegno adeguato all’industria del trasporto su strada.

 

Le soluzioni adottate dalle società di trasporto auto

D’altra parte, le aziende colpite si sono impegnate per adattarsi, in tempi rapidi, ai nuovi scenari. In assenza di un ausilio concreto, e dinanzi all’evidente inadeguatezza di parte degli strumenti impiegati fino a quel momento, gli impiegati nel settore dei trasporti hanno puntato sulla digitalizzazione dei processi, sulla sicurezza degli operatori, sulla flessibilità organizzativa e sulla semplificazione dei flussi logistici.

 

Il coronavirus ha contribuito alla digitalizzazione
La partecipazione alla digital transformation e l’incremento dell’Industria 4.0 hanno dato un forte slancio alla ripresa delle aziende.

 

Tali misure hanno avuto come scopo primario l’ottimizzazione delle risorse per la prosecuzione delle attività, in ossequio al principio della razionalizzazione dei processi. Alcuni esempi:

  • Smart working per la pianificazione. Lavorare da remoto, in fase di organizzazione preliminare delle attività, è stato possibile grazie all’adozione di tecnologie e software in cloud. Tali strumenti hanno garantito la buona riuscita delle riunioni a distanza, che hanno permesso alle parti coinvolte di coordinarsi in totale sicurezza. Lo smart working rientra senza dubbio nella scelta di aderire alla trasformazione digitale;
  • Digitalizzazione della filiera. Un passaggio non scontato, ma indispensabile, per non perdere competitività in un mercato sempre più globale. Infatti, oltre allo smart working, nell’ampio processo di digitalizzazione rientra, più in generale, la smaterializzazione di ogni potenziale veicolo di contagio (es. il documento di trasporto). Il processo di digitalizzazione ha costituito, inoltre, un valido alleato in risposta alla mancanza di personale. Mancanza resasi inevitabile, in piena pandemia, dati gli effetti di un virus che ha impedito a molti lavoratori di recarsi fisicamente sul luogo di lavoro;
  • Adeguata distribuzione dei DPI (dispositivi di protezione individuale) e rispetto delle norme di sicurezza. Se, da un lato, l’obbligo di applicazione delle misure di sicurezza ha rallentato i processi lavorativi, dall’altro un’appropriata attuazione delle stesse ha senz’altro consentito alle aziende di riprendere progressivamente le attività sospese. L’utilizzo di guanti e mascherine, insieme all’igienizzazione costante di luoghi e superfici, ha garantito lo svolgimento delle attività in totale sicurezza. In alcuni casi, le procedure previste dal governo sono state integrate da operazioni di efficientamento dell’organico, così da favorire l’applicazione dei protocolli di sicurezza e l’adeguamento a nuovi ritmi di lavoro;

 

La ripartenza del settore degli Autotrasporti
I limiti imposti alla mobilità, dovuti allo stato di emergenza pandemica, hanno determinato notevoli inefficienze.

 

  • Riduzione della frammentazione degli ordini. La predilezione per il trasporto di gruppo (vale a dire di più veicoli in contemporanea, sempre possibile con la bisarca) ha permesso di ridurre la frequenza dei viaggi. Si tratta di una tipologia di servizio in precedenza già diffuso che, ai già noti vantaggi economici e organizzativi, aggiunge, in costanza di pandemia, la riduzione del rischio di contagio;
  • Maggior attenzione per il servizio di tracciabilità. Causa distanziamento sociale, i limiti imposti alla mobilità hanno determinato notevoli inefficienze. Un servizio di tracking ottimale ha permesso alle aziende di sopperire all’impossibilità o alla difficoltà, da parte dei clienti, di recarsi fisicamente in sede per richiedere informazioni sullo stato del trasferimento del proprio veicolo. Disponendo del servizio di tracciabilità, attraverso la registrazione di tutti i passaggi compiuti dalla merce trasportata, si è reso possibile ai clienti, in ogni momento, l’individuazione della spedizione ed il monitoraggio del trasporto in tempo reale;
  • Sviluppo dell’intermodalità strada-acqua-aria. Anche la scelta di integrare il trasporto su strada con quello navale e aereo si è rivelata una strategia vincente, soprattutto su tratte internazionali. Per superare i già segnalati blocchi previsti dai vari Paesi europei, diverse aziende hanno deciso di sfruttare la sicurezza e l’affidabilità che contraddistinguono il trasporto navale e aereo. Si tratta di un sistema chiuso e facilmente tracciabile, che consente di aumentare il numero di auto trasportate ma riduce in modo considerevole lo spostamento di autisti da uno Stato all’altro e, di conseguenza, il rischio di contagio.

 In sintesi, dunque, la diffusione del coronavirus ha imposto alle aziende che si occupano del trasporto merci di adattarsi in modo rapido alle nuove necessità dei territori, delle filiere e dei consumatori.

 

Il trasporto intermodale tra territori, filiere e consumatori
La scelta di affidarsi al trasporto intermodale ha contribuito a migliorare l’efficienza della logistica soprattutto su tratte internazionali.

 

I dati dimostrano che la sperimentazione di nuovi modelli collaborativi e organizzativi, incentrati sulla trasformazione digitale e sulla scelta di soluzioni flessibili, si è rivelata un’arma efficace.

In un report redatto a inizio 2022, il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili registra una netta ripresa per il settore del trasporto merci che, stando alle informazioni raccolte, sarebbe tornato ai livelli pre-pandemia. Oltre a mostrare l’effettiva efficacia delle politiche di regolamentazione della mobilità e della campagna vaccinale, la crescita evidenziata è senza dubbio indizio della buona riuscita dei provvedimenti messi in atto dalle aziende coinvolte.

Trasauto Logistica è tra queste.

 

CORONAVIRUS E TRASPORTI: LA RISPOSTA DI TRASAUTO LOGISTICA

La Trasauto Logistica ha condiviso, con altre aziende, la necessità di rispondere all’emergenza sanitaria con la sperimentazione di nuove soluzioni. In particolare, il management crede fermamente nelle potenzialità della trasformazione digitale. Per tale ragione, oltre ad essersi già dotata delle tecnologie più all’avanguardia, è in incubazione lo sviluppo di un software per l’ottimizzazione dei processi logistici.

L’obiettivo è quello di garantire al cliente un servizio ancora più veloce, efficiente e in linea con le esigenze presentate dai diversi contesti territoriali.

 

Il nostro contributo alla digital transformation: un software per la pianificazione logistica

La nostra idea è quella di realizzare un applicativo multi-modulare che sia in grado di:

  • analizzare le variabili ambientali e la relativa incidenza sui costi di esercizio;
  • garantire una quotazione automatizzata delle tariffe;
  • facilitare l’integrazione del flusso delle informazioni;
  • assicurare il potenziamento delle funzionalità di gestione degli ordini e di controllo dei pagamenti;
  • prevedere i tempi di consegna, in ragione delle molteplici e dinamiche variabili, in tempo reale.

Un software con simili funzioni consentirà al team di Trasauto Logistica di adottare un approccio totalmente data-driven, che permetterà di offrire al cliente mezzi e combinazioni di trasporto perfettamente in linea con la tipologia di richiesta.

 

Prospettive future e vantaggi a lungo termine

Ad oggi, adottare tecnologie evolute significa predisporsi, in maniera proattiva, verso un reale miglioramento di tutte le caratteristiche che contraddistinguono i nostri servizi integrati.

L’uso operativo di sistemi evoluti, per l’ottimizzazione di ciascuna delle fasi della logistica, renderà possibile il raggiungimento di notevoli vantaggi in termini di eliminazione di sprechi e inefficienze, di un’effettiva diminuzione delle discrepanze tra il preventivo formulato e le reali aspettative del consumatore finale, di miglioramento dell’efficacia e della tempestività nella programmazione delle consegne e per tutto ciò che riguarda le modalità di contrattualizzazione B2B e B2C.

 

La ripartenza dopo il coronavirus
La sperimentazione di nuovi modelli collaborativi e organizzativi avrà effetti positivi anche sul lungo termine.

 

Questi accorgimenti sono, allo stato dell’attuale complessità gestionale, sempre più necessari a causa dell’evoluzione dei mercati, post-pandemia, e della conseguente crescita quantitativa e qualitativa della clientela. E costituiscono il nostro obiettivo in ottica di ammodernamento dell’offerta logistica.

Un’offerta che non può prescindere da un ampliamento consistente degli accordi di partnership oltre che da un potenziamento organizzativo dell’attuale struttura aziendale idoneo ad anticipare i bisogni latenti e diversificati della domanda e a soddisfarli.

Decidere di affidarsi a Trasauto Logistica, per il trasporto della propria auto, significa condividere i nostri obiettivi, i nostri valori, incamerando quanto di buono abbiamo fatto, negli ultimi quarant’anni, per rendere il nostro servizio sempre più efficace e qualificato.

Se avete necessità di trasportare la vostra auto, basterà che compiliate il nostro form di contatto. Il personale addetto provvederà in tempi brevissimi a stilare un preventivo dettagliato idoneo a determinare la somma che dovrete spendere perché il trasporto sia portato a termine in sicurezza e con la massima efficienza.

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Oppure per assistenza personalizzata, puoi chiamare gli uffici in Italia al: +39 (0)828 1818150

o richiedere maggiori informazioni anche a mezzo e-mail: info@trasauto.com

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